Gastrite, un’infiammazione molto diffusa: ecco cause, sintomi e possibili conseguenze
La gastrite è un disturbo molto diffuso, sia fra gli uomini che fra le donne ed in quasi tutte le fasce d’età adulta. Scopri cos’è, quali sono i sintomi, a cosa è dovuta e le possibili conseguenze sulla salute.
- Cause della gastrite
- Sintomi della gastrite
- Diagnosi ed esami medici
- Gastrite acuta e cronica: differenze
- Le possibili conseguenze se non curata
- Quanto dura la gastrite
- La dieta corretta
- Come prevenire la gastrite
La gastrite è un’infiammazione della mucosa gastrica, cioè del tessuto che riveste le pareti dello stomaco. La mucosa gastrica, più nello specifico, è lo strato di tessuto più interno dello stomaco, cioè quello rivolto verso il lume dell’organo, a diretto contatto con gli alimenti da digerire e con i succhi acidi che lo stomaco stesso secerne, cui la mucosa gastrica fa da vera e propria barriera fisica.
È facile dunque comprendere che se questa si danneggia, le pareti dello stomaco sono direttamente esposte all’azione degli acidi, che effettuano così una continua azione erosiva che col tempo può creare danni molto gravi allo stomaco.
La gastrite può essere acuta oppure cronica, cioè un episodio che si presenta per un periodo limitato ed è quindi transitorio oppure può cronicizzare diventando un disturbo permanente. Le cause, come per tutte le patologie infiammatorie, possono essere molteplici. Si tratta di un disturbo molto diffuso, in quasi tutte le fasce d’età, ma più spesso si manifesta intorno ai 40 anni. Vediamo di seguito le cause principali che possono portare all’insorgenza di questa infiammazione.
Cause della gastrite
Le cause della gastrite possono essere molteplici e spesso anche concomitanti. Fra queste:
- Abuso di alcol, che erode la mucosa gastrica;
- Abuso di caffè, che aumenta la produzione di acido da parte dello stomaco;
- Fumo di sigarette, in quanto la nicotina è lesiva per le pareti dello stomaco;
- Infezione da Helicobacter pylori, un batterio spesso responsabile della forma cronica della gastrite;
- Infezioni da parte di altri tipi di batteri, come Stafilococchi e Salmonella;
- Prolungata assunzione di alcuni medicinali gastro-lesivi come aspirina, farmaci antinfiammatori non steroidei e cortisonici;
- Alimentazione ricca di alimenti irritanti per lo stomaco quali cibi piccanti, spezie, fritti, cioccolato, cibi da fast-food;
- Stress, nervosismo, ansia e tensioni emotive che incrementano la secrezione acida dello stomaco, provocando la cosiddetta Gastrite Nervosa;
- Presenza di malattie autoimmuni, gravi malattie epatiche, polmonari e renali.
Sintomi della gastrite
I principali sintomi della gastrite sono acidità di stomaco, crampi dolorosi, reflusso gastroesofageo, alitosi, vomito, nausea, digestione difficile e senso di pesantezza allo stomaco.
Quando la gastrite diventa cronica, possono comparire anche i sintomi tipici del colon irritabile quali gonfiori addominali, diarrea alternata a stipsi e coliche addominali. Nei casi più gravi la gastrite può causare anche tachicardia, asma, labirintite.
Se la gastrite non viene curata bene può portare ad ulcera che, a differenza della gastrite, è una vera e propria erosione della mucosa gastrica in cui si creano delle lesioni profonde che possono causare grosse emorragie. In questo caso, quindi, i sintomi sono più importanti, il dolore è più intenso, si può avere vomito o emettere feci con presenza di sangue.
Diagnosi ed esami medici
Così come per tutte le patologie, il primo passo per un’accurata diagnosi è l’esame anamnestico, cioè una raccolta di dati e un’analisi che il medico fa in seguito al racconto della storia clinica e dei sintomi da parte del paziente, cui di solito seguono degli esami ematochimici. Potrebbe essere consigliato anche il breath test se il medico sospetta un’infezione da parte di Helicobacter pylori. Spesso è utile eseguire anche l’esame delle feci, una radiografia o un’ecografia addominale ed infine una gastroscopia.
La cura della gastrite dipende dalla causa scatenante la patologia. Se la gastrite è causata da errati comportamenti, come ad esempio l’abuso di alcool o il fumo di sigaretta, eliminarli sarà il primo e grande passo avanti per la cura della patologia. Se la gastrite è dovuta ad un’infezione batterica basterà curare l’infezione, se invece la gastrite è dovuta ad altre patologie oppure all’utilizzo di farmaci che non possono essere eliminati, il medico saprà prescrivere dei farmaci chiamati “protettori gastrici” che sono, appunto, in grado di proteggere la mucosa gastrica.
Gastrite acuta e cronica: differenze e conseguenze
La gastrite acuta è un’infiammazione della mucosa dello stomaco che si presenta improvvisamente e di solito ha una durata breve, fino ad un massimo di pochi giorni. Si tratta quindi di episodi isolati di solito dovuti a sostanze che hanno irritato la mucosa, come ad esempio un eccesso di alcool oppure di farmaci come gli antinfiammatori, che, soprattutto se assunti a stomaco vuoto, infiammano ed erodono la mucosa in quanto esplicano la stessa azione degli acidi.
La gastrite cronica è un’infiammazione che può durare molto tempo poiché è dovuta ad una ripetuta e continuativa azione erosiva sulla mucosa in seguito ad esempio ad infezioni non curate (come le infezioni dal batterio Helicobacter Pylori, che è spesso causa di gastrite cronica), o al persistere di cattive abitudini o di un’alimentazione scorretta, oppure all’utilizzo di farmaci gastro-lesivi per lunghi periodi senza che sia stata fornita un’adeguata protezione alle pareti dello stomaco. A volte la gastrite cronica si presenta con sintomi più lievi di quella acuta e quindi può essere difficile riconoscerla, se non con degli esami diagnostici.
La diagnosi e la cura sono grosso modo le stesse per entrambi i tipi di gastrite, ma le conseguenze possono essere diverse e molto gravi nel caso di una gastrite non curata.
Le possibili conseguenze sulla salute
Se i sintomi di una gastrite sono trascurati e quindi la malattia non viene curata, le conseguenze possono essere molto gravi, specialmente in caso di gastrite cronica che, come abbiamo visto, ha una durata più lunga. In questi casi, infatti, l’infiammazione della mucosa può evolvere in un’ulcera gastrica con conseguente emorragia.
Se l’emorragia è continua e cronicizzata, può causare deficit nutrizionali o anche anemia sia per la perdita di sangue, sia per il mancato assorbimento di alcune sostanze importanti per la salute dei globuli rossi.
In alcuni casi il danno alle cellule della mucosa può essere tale da determinarne l’atrofia, che, a sua volta, può comportare una produzione ridotta del fattore intrinseco, una molecola normalmente prodotta da queste cellule e che è necessaria per il corretto assorbimento della vitamina B12, fondamentale per la produzione dei globuli rossi. È anche possibile che si verifichi un restringimento della parte terminale dello stomaco e in alcuni casi gastriti croniche possono evolvere in carcinomi.
Quanto dura la gastrite
La gastrite cronica può durare anche anni, mentre gli episodi di gastrite acuta possono durare da poche ore a qualche giorno, a seconda della causa e di come si interviene per curarla. Se si individuano le cause e si cerca di comportarsi di conseguenza, ad esempio intraprendendo buone norme di comportamento e assumendo farmaci gastro-protettivi eventualmente consigliati dal medico, è possibile limitare di molto i sintomi. Anche l’alimentazione può essere molto d’aiuto nel mitigare e soprattutto prevenire i sintomi della gastrite. A tal proposito, vediamo ora alcuni consigli su come comportarsi a tavola, cosa mangiare e cosa evitare in caso di gastrite.
Gastrite: alcuni consigli per la dieta
In caso di gastrite, una delle prime cose da fare è sicuramente quello di adottare delle buone regole a tavola. In particolare è importante non saltare mai i pasti, in quanto a stomaco vuoto i succhi gastrici danneggiano maggiormente le pareti dello stomaco, fare piccoli pasti durante la giornata evitando le abbuffate e consumare alimenti facilmente digeribili masticando molto lentamente.
Inoltre, in caso di gastrite è necessario evitare tutti quegli alimenti che possano arrecare ulteriore danno alla mucosa gastrica già infiammata. Questi alimenti sono i fritti, che aumentano l’acidità di stomaco, il caffè, l’aceto e gli alcolici (inclusi vino e birra), perché stimolano la produzione di acido. Anche carni grasse e salumi devono essere molto limitate se non evitate, poiché sono difficili e pesanti da digerire e contribuiscono ancor di più ad infiammare lo stomaco, inoltre rallentano la digestione e favoriscono le fermentazioni. Le bibite gassate dilatano le pareti dello stomaco stimolando la produzione acida, le spezie piccanti come peperoncino secco e pepe sono irritanti per le mucose, i formaggi grassi rallentano lo svuotamento gastrico e aumentano la secrezione acida.
Il pomodoro, soprattutto se concentrato, gli agrumi, l’ananas, il cacao e il cioccolato, le castagne e la cipolla cruda sono da limitare. Si consiglia inoltre di non bere bevande troppo calde o troppo fredde.
È preferibile invece mangiare carni bianche e pesci magri, come il merluzzo, ortaggi come carote, zucchine, finocchi, cavoli e patate, cereali semi-integrali, uova in camicia, pere, mele, banane e altra frutta non acida. Inoltre, è bene prestare attenzione anche a legumi e frutta secca ed essiccata, valutando la propria sensibilità individuale. Per ulteriori approfondimenti su dieta e gastrite, vi invitiamo a leggere: Cosa mangiare con la gastrite? Ecco i cibi si e quelli no.
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Come prevenire la gastrite
La gastrite può essere prevenuta, adottando delle sane abitudini alimentari e cambiando stile di vita. È necessario sicuramente smettere di fumare o, ridurre quanto più possibile questo vizio perché, come abbiamo visto, il fumo danneggia le pareti dello stomaco.
È altrettanto importante fare un uso moderato degli alimenti che maggiormente irritano le pareti gastriche e non abusare di farmaci gastro-lesivi, assumendoli solo per stretta necessità e su consiglio del medico. Non per ultimo, è fondamentale evitare lo stress e le tensioni emotive che inevitabilmente si scaricano sull’apparato digerente danneggiandolo.
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