Capricci dei bambini: 10 consigli per interpretarli e gestirli
Avete problemi a gestire i capricci dei bambini e non fate che perdere la pazienza giorno dopo giorno? Vediamo quali sono gli atteggiamenti da evitare per tornare ad essere un genitore sereno.
Non esistono bambini che non abbiano mai fatto capricci. Arriva per tutti il momento di ribellione alle regole e non parliamo delle comuni sfide adolescenziali, ma di una presa di posizione che accade molto presto, verso i due anni. Gli esperti li chiamano “terrible two” e già l’espressione rende bene l’idea su cosa debba aspettarsi qualsiasi genitore.
Si tratta di un periodo molto particolare, in cui il bambino inizia a definirsi come persona e inizia a pensare che può chiedere, pretendere e scegliere. Dire di no per lui acquista una funzione evolutiva: è un modo per imparare a capire cosa desidera. È un primo modo confrontarsi con il rispetto delle regole di mamma e papà.
Spesso però i capricci compaiono anche più tardi e possono accompagnare tutto lo sviluppo del bambino in età scolare. Quando questo accade, la situazione è molto differente e merita una lettura a parte.
In questo senso il capriccio del bambino assume una valenza specifica e diventa un primo campanello d’allarme. Tanti genitori confondono queste prese di posizione come semplice maleducazione o finiscono con il giudicare il bambino troppo viziato. In realtà qui l’educazione e il vizio c’entrano ben poco.
A volte dietro i capricci dei bambini si nascondono le difficoltà della coppia genitoriale nel sapere gestire la crescita del proprio figlio in pieno accordo ed armonia. In altri casi il capriccio diventa un grido d’aiuto in un momento in cui la famiglia sta attraverso un periodo di preoccupazione e difficoltà.
Disubbidire e dimenarsi serve allora per segnalare il proprio malessere, per indicare che c’è una sofferenza latente. Sono tanti i modi in cui questo può avvenire: c’è chi urla e chi rifiuta di andare a scuola, chi lancia i giochi per terra e inveisce contro mamma e papà. In questi casi intervenire nell’immediato è l’unica soluzione.
Capricci dei bambini: 10 modi per gestirli
Cosa può fare allora un genitore per imparare a gestire i capricci dei bambini? Qual è l’atteggiamento migliore da mantenere? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza per trovare delle strategie ottimali e affrontare seriamente il problema.
1 Mantenete la calma
È difficile, ma è fondamentale. Se alle urla dei bambini rispondiamo con altrettanta aggressività, se ai suoi capricci rispondiamo con i ricatti, ecco che l’atmosfera a casa si surriscalda e la soluzione pacifica diventa irraggiungibile. La calma e la pazienza consentono invece di mantenere la lucidità e di trovare una via d’uscita da questo circolo vizioso.
2 Non cedete
Il capriccio diventa anche una sorta di test che il bambino fa per vedere fino a che punto si può spingere. Se voi cedete alle prime urla perché magari siete in giro e siete in imbarazzo oppure perché in quel momento non ne volete sapere di discutere, presto il bambino capirà che con poco potrà ottenere la meglio. Farsi vedere fermi e convinti è pertanto indispensabile.
3 Confrontatevi con il partner
Non ci stancheremo mai di ripeterlo, ma fare coppia con l’altro genitore è necessario quando si tratta di affrontare i problemi dei figli. Se l’altro è distante e non ne vuole sapere, coinvolgetelo e rimandategli che la sua presenza è fondamentale per capire come risolvere il problema. Evitate di discutere su questo punto davanti ai piccoli: le questioni dei grandi non devono riguardare i figli.
4 Mettetevi d’accordo sulle regole
Èntrambi dovete mostrarvi uniti sulle regole che devono essere rispettate. L’errore più comune è avere idee differenti su come educare i figli, i quali sfruttano abilmente questa divergenza per ottenere la meglio. Quante volte è capitato che uno dei due permettesse di non rispettare una regola, di nascosto dall’altro genitore, considerato il “poliziotto di casa?”. Dare un’immagine sbilanciata in questo senso mette a rischio il processo educativo.
5 Siate chiari sulle regole di casa
Spesso i figli non hanno ben chiare le regole da rispettare, magari non c’è stato mai un momento di condivisione per poter discutere di cosa è bene o non bene fare. Questo è un primo passo per far capire ai bambini quali sono gli atteggiamenti da evitare. Allo stesso tempo, siate definiti anche sulla possibilità che ci saranno delle punizioni qualora le regole non verranno rispettate.
6 È giusto punire?
Quando la regola viene trasgredita, il bambino deve comprendere che ha sbagliato e questo può avvenire solo se c’è un dialogo attivo con i genitori. Una volta chiarito l’errore, si può stabilire una punizione simbolica che aiuti a comprendere il senso di quanto accaduto. La punizione deve essere commisurata all’età e non deve mai tradursi in una privazione troppo pesante.
Non poter guardare la tv per una sera o lasciare il computer spento per una settimana sono esempi di punizioni efficaci. Potete anche sostituire le privazioni con delle attività riparatorie, come aiutare il papà a pulire il garage o rassettare la cameretta. L’importante è che ogni decisione vada spiegata e non imposta con le urla. Solo così il bambino imparerà il rapporto tra trasgressione e conseguenza e darà un valore diverso alla regola.
7 L’educazione spetta solo a voi genitori
Le intromissioni dei nonni, i giudizi della baby-sitter, il parere della cognata, spesso finiscono solo con il peggiorare la situazione. In qualità di genitori, dovete comprendere come affrontare i capricci dei bambini senza delegare le vostre responsabilità. Farvi vedere in difficoltà, deboli e insicuri, trasmetterà ai figli l’idea che possono agire come meglio credono, perché voi siete spaventati. Riprendete in mano le redini della situazione e affrontate di petto il problema.
8 Siete in crisi come coppia?
Spesso le tensioni coniugali vengono assorbite dai figli. Una delle situazioni classiche è che i figli facciano di tutto per distrarre i genitori dai loro problemi. Quale mezzo migliore se non i capricci e la disubbidienza per scuotere una coppia giunta al capolinea? In qualche modo il bambino è come se sacrificasse la propria serenità sperando che presti torni la pace. Quando notate che la situazione sta degenerando, potrebbe essere utile pensare di rivolgersi ad uno psicologo specializzato.
9 Siete abbastanza presenti?
Altra situazione tipica è il sentimento di solitudine dei figli, spesso causato dal troppo lavoro di mamma e papà. Il capriccio in questo senso potrebbe diventare uno strumento per richiamare le vostre attenzioni. Agite in maniera preventiva e cercate di dedicare tempo di qualità ai vostri figli quando rientrate da lavoro.
10 Chiedete aiuto
Se la situazione diventa insostenibile e il clima in famiglia è sempre teso, forse sarebbe il caso di indagare più a fondo per comprendere cosa sta accadendo. Se a casa ci sono problemi, se state vivendo un momento difficile a lavoro, se siete preoccupati per lo stato di salute di qualche familiare, quel capriccio è una richiesta di aiuto. In queste condizioni potrebbe essere d’aiuto valutare il supporto di un terapeuta familiare che aiuti genitori e figli a ritrovare la loro serenità.
Voi come affrontate i capricci dei vostri figli? Quali sono le strategie educative che siete soliti adottare? Fatecelo sapere nei commenti!
Salve, trovo tutto molto interessante. Io sono il padre di una deliziosa bambina di 3 anni riempita di cure e di attenzioni, soprattutto dalla mamma che non lavora e che è con lei tutto il giorno. Purtroppo spesso succede che, solo perché il babbo e la mamma parlano qualche minuto di cose da adulti o la mamma scambia alcuni discorsi con il fratello più grande (12 anni) senza includere lei, inizia da parte della bambina il diavolo a 4, urla, spinte, lancio di oggetti, sputi, etc.. Abbiamo provato più volte a spiegarle con calma che non deve fare così e che deve aspettare il suo momento, ma se non la metti subito al centro dell’attenzione lei continua imperterrita a disturbare e fare bizze su tutto. Abbiamo provato ad ignorarla ma quasi sempre le cose degenerano e diventa incontenibile, fortunatamente non fa mai cose autolesioniste ma butta a terra le cose, lancia oggetti e (ultimamente un po’ meno), sputa addosso a noi e in terra portando all’esasperazione la mamma che è sempre molto paziente e tollerante, dolce e poco severa in generale con i figli, ma che alla fine sbotta arrabbiandosi molto e, a volte, mettendosi anche a piangere. Io sono il genitore più severo ma non riesco ad essere come vorrei perché mia moglie mi frena. Purtroppo per lavoro e per carattere sono meno presente di lei, e spesso alzo la voce cercando di rimettere la calma, a volte ci riesco a volte no. Ovviamente tutte le volte mia moglie mi rimprovera di non aver avuto pazienza e di essere andato subito in incandescenza.
Mi piacerebbe però sapere una cosa ben precisa, volevo chiedere se, nel momento più difficile, quando proprio non riusciamo a contenerla, faccio una cosa sbagliata a chiuderla in una stanza (ovviamente a chiave altrimenti lei la apre) oppure a portarla al piano notte su di sopra con il cancellino chiuso (che lei ovviamente non riesce ancora ad aprire). A volte è successo che piange molto e mia moglie mi costringe a riaprire nel giro di 1/2 minuti, a volte non la sentiamo e ci preoccupiamo … ma magari lei è lì che srotola tutta la carta igienica, allora ulteriore brontolata!!! E comunque quando la liberiamo da questa situazione cerco di farle capire che questa è una punizione e le chiedo di dirmi scusa e di dire che non lo fa più. Nel momento funziona però mia moglie è convinta che le fa male, che non è assolutamente educativo perché non può capire e che a lungo non dà risultati.
Io invece penso, al di là della capacità di comprensione di una bambina di 3 anni, che la “punizione” sia fondamentale per poterla associarla ad un comportamento sbagliato da non ripetere. Ignorarla come molti ci dicono spesso ci risulta impossibile nella pratica. Se siamo per esempio in cucina per andare a pranzo, come si fa ad ignorare una bambina che urla, spinge e tira le cose? Il mio impulso che mi porta ad allontanarla e chiuderla è proprio per riuscire ad ignorarla altrimenti siamo costretti ad accontentarla.
E’ così sbagliato?
Grazie per l’attenzione